APPUNTI SUL RINNOVO DELLA RSU IN G.D

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Il 23 giugno 2022 si è concluso il percorso elettorale sul rinnovo della RSU in G.D e la FIOM-CGIL torna ad essere primo sindacato in azienda.

Detto così sembra essere un semplice avvicendamento tra sindacati, mentre la realtà è assai più complessa.

Primo perché nel 2017 la FIOM, per la prima volta nella sua storia, perdeva le elezioni in G.D classificandosi al secondo posto subito dietro a USB, quindi con tutto il carico che ciò determinava anche in termini di prospettive concrete.

Secondo perché erano cinque i sindacati a competere, visto che questa volta a FIOM, FIM, UILM e USB si aggiungeva UGL.

La sconfitta del 2017, nasceva immediatamente a valle della firma di un Contratto Integrativo Aziendale tra i più innovativi e concreti della storia aziendale, contenente risposte immediate ai bisogni delle lavoratrici e dei lavoratori (ad es. un’ampia apertura alla flessibilità sugli orari di lavoro per la gestione tempo di vita / tempo in fabbrica) e risposte ai bisogni futuri degli stessi.

Questi ultimi (vedi lo smart work), clamorosamente posti in primissimo piano da un evento imprevedibile: l’emergenza sanitaria Covid-19.

Sugli errori sindacali nella gestione di quel confronto con l’azienda, fatto di tempistiche troppo dilatate e alcune carenze comunicative nei confronti di lavoratrici e lavoratori, così come sui temi più innovativi che si stavano discutendo, si è già detto e scritto molto in passato.

Sono emersi nella loro chiarezza anche altri aspetti, collegati all’ingresso in azienda del sindacato di base, decisamente poco nobili nei presupposti e atti a delegittimare integralmente l’azione sindacale in G.D, scientificamente portati avanti da pezzi di azienda e che da tempo covavano in essa, dove le critiche all’Integrativo erano chiaramente solo un pretesto.

La successiva adesione di massa ai temi che prima citavo (in primis il sistema di flessibilità degli orari), ne è la chiara conferma.

Ma in quel momento si era formata la classica “tempesta perfetta”: il Contratto integrativo Aziendale passò per un soffio e le successive elezioni RSU furono una sconfitta per la FIOM.

Da qui partivamo a cavallo tra il 2017 e il 2018.

Bisognava iniziare ad affrontare la ripida salita della ricostruzione del rapporto di fiducia

con le lavoratrici ed i lavoratori, che avevano espresso quella forte critica.

Personalmente da quando faccio il delegato sindacale, ho avuto come faro un pensiero di Antonio Gramsci: “Mi sono convinto che anche quando tutto è o pare perduto, bisogna rimettersi tranquillamente allopera, ricominciando dallinizio”.

Quindi, insieme agli altri delegati FIOM e col fondamentale contributo del Segretario Generale della FIOM Bologna, siamo ripartiti evitando ridicoli atteggiamenti di lesa maestà, immergendoci con determinazione e modalità innovative nelle problematiche collettive ed individuali che giustamente lavoratrici e lavoratori, sottopongono al sindacato.

Senza usare vuote parole d’ordine o creare assurde illusioni che servono solo per avere un consenso effimero, ma seguendo il principio, citando nuovamente Gramsci: “Che occorre proporsi di fare solo ciò che si sa e si può fare e andare per la propria via.”

I fatti confermano che questo approccio fatto di umiltà, determinazione e perché no di competenza, ha pagato agli occhi grande maggioranza di lavoratrici e lavoratori ed è stato l’epicentro della ricostruzione che ci ha portato alla vittoria di questo rinnovo della RSU.

Aggiungo che la collaborazione onesta, franca e mai prevaricatrice, strutturata in questi anni con FIM e UILM, è stata decisamente proficua.

Due anni abbondanti di pandemia avrebbero potuto mandare all’aria tutto il percorso che stavamo costruendo dal 2018: ci siamo ritrovati improvvisamente proiettati in una situazione aziendale di totale frammentazione, con dei picchi fino a 1200 persone non più al lavoro in azienda, ma in altro luogo.

Ma evidentemente non poggiavamo su di un castello di carte e, se da un lato abbiamo mantenuto e rafforzato il nostro rapporto con molte aree produttive e impiegatizie, dall’altro la situazione di estremo distanziamento interpersonale è stata una leva importante per avvicinarci ad altre aree impiegatizie, con cui non eravamo mai riusciti ad instaurare un dialogo.

Tutto questo ha fatto la differenza, un lavoro faticoso che in alcuni momenti prevedeva telefonate, videochiamate, messaggi e mail in orari e giorni prima impensabili.

Insieme alla FIOM di Bologna e con FIM e UILM, abbiamo anche svolto un’enorme attività di comunicazione collettiva realizzata da metà marzo 2020 ad oggi di oltre 150 volantini per tenere informate le persone su quello che stava accadendo, compensando in svariati momenti le rare comunicazioni aziendali.

Abbiamo svolto un’infinità di Assemblee, in presenza quando possibile ed in video dentro e fuori dal normale orario di lavoro.

Ed infine, ma punto assolutamente centrale, abbiamo svolto una grande quantità di confronti con la controparte aziendale, che in molte occasioni hanno prodotto Accordi di assoluto rilievo sulla tutela delle salute e sicurezza, sulla tutela della genitorialità, sul lavoro da remoto e successivamente sullo smart working e sulle questioni legate agli orari ed al salario.

Avendo alle spalle tutto questo patrimonio, compreso l’accordo ponte a copertura del salario dei lavoratori G.D per il 2022, ci siamo rimessi al giudizio di lavoratrici e lavoratori e la maggioranza di loro ha confermato che la strada che avevamo intrapreso era quella giusta!

A queste elezioni la FIOM si è presentata con venti candidate e candidati, di cui undici erano delegate e delegati presenti nella RSU uscente, mentre nove erano nuove candidature, undici erano candidati proveniente da aree produttive e nove da aree impiegatizie. Le elezioni hanno consegnato un risultato di quindici elette ed eletti nella lista FIOM.

Non va inoltre dimenticato il grande impegno profuso dalla nostra commissione elettorale e dagli scrutatori, durante le fasi di voto e scrutinio.

Durante la campagna elettorale siamo stati definiti, in un maldestro tentativo di denigrarci, dei “professionisti del sindacato”.

Credo che la risposta della maggioranza delle lavoratrici e dei lavoratori,  certifichi che non sono intenzionati ad affidare temi delicati come diritti e salario a dei “dilettanti del sindacato”.

Concludo affermando che non bisogna riposare sugli allori, perché il 2017 ci ha insegnato che niente è consolidato per sempre, che bisogna lavorare ogni giorno per non farsi erodere spazi e che è fondamentale proporsi di conquistarne dei nuovi.

Nei prossimi mesi ci sarà il momento centrale del confronto con l’azienda sul rinnovo del Contratto Integrativo Aziendale, ma da oggi la FIOM, delegate, delegati e struttura territoriale, ha il dovere di iniziare a costruire quell’ulteriore rinnovamento, già in atto con i nuovi delegati eletti in questa RSU, che la porterà a rafforzarsi ulteriormente con l’obiettivo di vincere nuovamente fra tre anni, con un margine ancora più ampio.

Fabrizio Torri delegato FIOM G.D e Presidente dell’Assemblea del Consiglio Generale della FIOM di Bologna

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